Nel panorama sempre più competitivo del fitness, l’innovazione digitale è diventata un fattore chiave per il successo dei brand. McFIT, uno dei giganti del settore, ha deciso di spingersi oltre i confini tradizionali introducendo la sua prima brand ambassador virtuale: Zoe De Biasi, un’intelligenza artificiale pensata per coinvolgere, ispirare e connettersi con la community degli amanti del fitness in modo totalmente nuovo.
Chi è Zoe De Biasi?
Zoe De Biasi non è una semplice influencer, ma un personaggio virtuale progettato per incarnare i valori del brand e interagire con gli utenti in modo autentico e coinvolgente. Secondo la narrativa creata attorno a lei, Zoe è una giovane di 24 anni, studentessa di Scienze Motorie originaria di Torino, ma spesso presente a Milano per motivi di studio. Il suo stile dinamico e il suo atteggiamento energico la rendono il volto perfetto per rappresentare un concetto di fitness moderno, accessibile e tecnologicamente avanzato.
McFIT l’ha presentata ufficialmente sui suoi canali social come la nuova ambassador, scatenando immediatamente un grande dibattito online.
Il ruolo di Zoe nella strategia di marketing di McFIT
L’introduzione di una brand ambassador AI da parte di McFit non è solo una scelta estetica, ma un vero e proprio cambio di paradigma nella comunicazione digitale dei grandi brand e non solo. Zoe De Biasi, infatti, si inserisce in una strategia omnicanale in cui intelligenza artificiale, social media e community management si fondono per creare una customer experience più interattiva.
Le capacità di interazione implementate in questa AI, infatti, le permettono di rapportarsi con gli utenti sotto diversi punti di vista:
- Motiva gli utenti con contenuti personalizzati su Instagram e altre piattaforme social;
- Condivide consigli su allenamenti, mindset e benessere, basati sulle esigenze della community;
- Sostiene il concetto di fitness inclusivo e accessibile, promuovendo uno stile di vita attivo per tutti;
- Interagisce direttamente con gli utenti attraverso formati innovativi come Q&A, video interattivi e chatbot integrati.
In questo senso, Zoe non è un semplice avatar, ma un assistente digitale in grado di offrire valore concreto agli iscritti McFIT, grazie a una comunicazione basata sull’engagement e sulla personalizzazione.
Reazioni controverse, tra entusiasmo e scetticismo
L’annuncio di Zoe De Biasi da parte di McFit, avvenuto lo scorso 11 marzo, tramite un post collab su instagram, ha diviso il pubblico. Da un lato, molti utenti hanno accolto con entusiasmo la novità, vedendola come un segnale del futuro del digital marketing e un’innovazione nel mondo del fitness. Alcuni hanno sottolineato l’originalità dell’idea e il potenziale di una brand ambassador che può interagire senza limiti di tempo, offrendo sempre contenuti aggiornati e mirati: citiamo proprio un commento di un utente che scrive Come sempre AVANTI ANNI LUCE.
Dall’altro, però, non sono mancate le critiche. Molti utenti hanno espresso perplessità sulla scelta di McFIT di affidarsi a un’intelligenza artificiale invece che a un ambassador umano reale. Alcuni lamentano la perdita dell’autenticità e del valore dell’esperienza umana nel fitness, sostenendo che l’interazione con un’AI non potrà mai sostituire quella con un vero personal trainer o un vero atleta.
Uno dei punti più critici sollevati dagli utenti riguarda l’autenticità del messaggio che un brand come McFIT dovrebbe trasmettere. Un fitness club promuove uno stile di vita sano, basato su alimentazione equilibrata, allenamento costante e miglioramento fisico reale. Come può un’intelligenza artificiale rappresentare credibilmente questi valori se, in realtà, non mangia, non si allena e non ha un corpo soggetto agli stessi sforzi e cambiamenti di una persona reale? Questo interrogativo ha generato perplessità e un senso di distacco da parte di alcuni utenti, che vedono in Zoe De Biasi una figura priva di esperienze autentiche. Se il fitness è fatto di fatica, crescita e trasformazione, può davvero un’AI – che non sperimenta nulla di tutto questo – ispirare e motivare chi cerca un cambiamento nel proprio corpo e nella propria vita? Per molti, la risposta è negativa, alimentando il dibattito su quanto i brand possano spingersi nell’uso della tecnologia senza perdere la connessione con la realtà e con le persone.
McFIT, dal canto suo, ha risposto alle critiche affermando che Zoe non è un sostituto, ma un complemento all’esperienza fitness, con l’obiettivo di ampliare la comunicazione del brand e rendere più dinamica l’interazione con la community.
Perché un’AI Ambassador?
Il fitness digitale è in continua evoluzione, e il successo di brand come McFIT dipende sempre più dalla loro capacità di adottare tecnologie emergenti per migliorare la customer experience. Le AI Ambassador rappresentano il futuro del marketing conversazionale, creando un ponte tra il marchio e il pubblico attraverso un dialogo costante e immersivo.
Le intelligenze artificiali generative stanno trasformando il modo in cui i brand interagiscono con i loro clienti: basti pensare a come il mondo del fashion e del beauty abbia già adottato virtual influencer per creare esperienze di shopping personalizzate. Con Zoe, McFIT si posiziona come pioniere nel settore fitness, integrando AI e contenuti digitali per rafforzare il brand e migliorare il coinvolgimento degli utenti.
L’impatto sul futuro del Digital Branding
L’introduzione di Zoe De Biasi segna l’inizio di una nuova era per il fitness digitale. Questa mossa non solo ridefinisce le strategie di content marketing e brand identity, ma apre la strada a nuove modalità di interazione tra brand, community e intelligenza artificiale.
McFIT dimostra che la tecnologia non è solo un supporto, ma un vero e proprio driver strategico per creare esperienze di fitness più coinvolgenti, accessibili e su misura per gli utenti. E con un personaggio come Zoe, il marchio riesce a umanizzare il digitale, trasformando un’intelligenza artificiale in un’icona con cui gli utenti possono relazionarsi.
Sarà interessante vedere come evolverà questa strategia e se altre aziende nel settore fitness seguiranno l’esempio di McFIT. Una cosa è certa: il futuro del digital branding passa sempre di più attraverso l’AI, la personalizzazione e l’interazione diretta con il pubblico.
Cosa ne pensiamo noi di Orma?
Da Orma, osserviamo con interesse l’evoluzione dei virtual influencer come Zoe De Biasi. Non si tratta di un’idea del tutto nuova: figure digitali create ad hoc esistono già da tempo nel mondo del marketing e dell’intrattenimento. L’AI, in questo caso, è solo la tecnica con cui viene realizzata, ma la vera sfida non è la tecnologia in sé, bensì il modo in cui verrà percepita dal pubblico.
Sarà interessante vedere se i follower riusciranno a stabilire un legame autentico con una figura interamente virtuale. Con una soglia di attenzione sempre più bassa, potremmo trovarci in un’era in cui l’intelligenza artificiale diventa parte integrante della comunicazione senza che l’utente percepisca la differenza. Se il pubblico accetta la sua presenza e ne riconosce il valore, allora l’uso di ambassador digitali potrebbe diventare un’opportunità concreta per i brand.
E noi di Orma? Siamo pronti a offrire questo servizio ai nostri clienti già da subito. Se vuoi esplorare il potenziale dei virtual influencer per la tua strategia di marketing, contattaci e scopri come possiamo portare il tuo brand nel futuro!
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