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  • Instagram lancia Edits: una nuova era per il content editing

    Instagram lancia Edits: una nuova era per il content editing

    Nel mondo digitale, il tempo è tutto. I contenuti si consumano in pochi secondi e la differenza tra uno scroll e un’interazione reale passa spesso dalla qualità del montaggio video. Per questo motivo, la nuova app Edits, lanciata da Instagram, rappresenta una vera rivoluzione per chi crea contenuti ogni giorno.
    Noi di Orma Strategie Digitali la stavamo aspettando per testare le sue capacità.


    Cos’è Edits e perché cambia le regole del gioco

    Come già avevamo anticipato in uno dei nostri caroselli di “Social Updates”, Edits è la nuova app stand-alone di Instagram dedicata all’editing video: intuitiva, pensata non solo per i creator ma anche per i brand. Permette di tagliare, montare, sincronizzare con audio, aggiungere effetti e pubblicare direttamente su Reels.

    La forza di Edits risiede non solo nelle sue funzionalità, ma anche nella sua integrazione diretta con la piattaforma Instagram. Questa connessione consente un flusso di lavoro semplificato, dalla fase di creazione alla pubblicazione del contenuto. Per chi gestisce la produzione di contenuti sui social, questa dinamica può contribuire a ridurre i tempi operativi, migliorare la qualità dell’output e mantenere una maggiore coerenza visiva con l’identità del brand.

    Un’opportunità per i brand (e per chi li guida online)

    In Orma sviluppiamo strategie digitali in cui ogni contenuto ha un obiettivo preciso nel funnel. L’arrivo di Edits ci permette di:

    • velocizzare la produzione di video ottimizzati per Instagram
    • mantenere un tone of voice visivo coerente con l’identità del brand
    • sperimentare nuove forme narrative, con montaggi fluidi e dinamici
    • ottimizzare i contenuti in tempo reale, senza passaggi esterni

    Non è solo una nuova app, è un cambio di prospettiva: creare direttamente dentro la piattaforma per parlare in modo più efficace al proprio pubblico.

    Perché Edits è una svolta per chi lavora con noi

    Il nostro approccio è sempre stato quello di costruire strategie su misura, partendo dagli obiettivi e scegliendo di volta in volta gli strumenti più efficaci. L’inserimento di Edits nel nostro toolkit ci consente di proporre:

    • contenuti ancora più coinvolgenti
    • una maggiore rapidità nella realizzazione dei piani editoriali
    • un editing all’altezza delle aspettative social di oggi

    E soprattutto, ci permette di dare più spazio alla creatività, senza compromessi tecnici o limiti operativi.


    In conclusione

    Con Edits, Instagram non ha solo lanciato un’app: ha alzato l’asticella delle aspettative su cosa può (e deve) essere un contenuto video oggi.

    Noi di Orma Strategie Digitali siamo pronti a portare questa innovazione dentro ogni progetto, rendendo i contenuti non solo belli da vedere, ma strategici per raggiungere gli obiettivi di ogni brand.

  • L’Intelligenza Artificiale di Meta arriva su WhatsApp: nuove prospettive per la messaggistica e l’assistenza virtuale

    L’Intelligenza Artificiale di Meta arriva su WhatsApp: nuove prospettive per la messaggistica e l’assistenza virtuale

    Meta sta rivoluzionando il modo in cui interagiamo con le piattaforme di messaggistica, portando la potenza dell’intelligenza artificiale direttamente all’interno di WhatsApp. Dopo aver investito massicciamente nella ricerca sull’AI, l’azienda guidata da Mark Zuckerberg sta integrando i suoi modelli linguistici avanzati in una delle app più utilizzate al mondo, aprendo la strada a un nuovo tipo di assistenza virtuale e interazione automatizzata.


    Meta AI: un assistente virtuale integrato in WhatsApp

    Il cuore di questa evoluzione è “Meta AI”, un assistente basato su LLaMA (Large Language Model Meta AI), progettato per fornire risposte rapide, intelligenti e contestuali direttamente nelle conversazioni. L’assistente è accessibile digitando semplicemente “@MetaAI” nelle chat, attivando così una conversazione con l’intelligenza artificiale.

    Meta AI può rispondere a domande, offrire suggerimenti, aiutare a pianificare eventi, scrivere messaggi o persino generare immagini grazie alle sue funzionalità multimodali. Questa integrazione lo rende uno strumento estremamente utile sia per gli utenti comuni sia per le aziende che desiderano offrire un’esperienza cliente più fluida e moderna.

    Come può questa innovazione aiutare utenti e aziende?

    Per gli utenti privati, l’integrazione di Meta AI su WhatsApp apre a un ventaglio di possibilità davvero ampio. L’assistente virtuale può diventare un alleato quotidiano per svolgere compiti semplici e complessi: dalla ricerca di informazioni su qualsiasi argomento, al supporto nello studio, dalla generazione di idee per ricette a suggerimenti per attività del tempo libero. Può anche aiutare a pianificare viaggi, creare itinerari dettagliati o fornire aggiornamenti in tempo reale, il tutto restando all’interno dell’app di messaggistica, senza la necessità di passare da una piattaforma all’altra.

    Per le aziende, le potenzialità sono ancora più rilevanti. L’intelligenza artificiale di Meta può essere sfruttata per automatizzare i processi di assistenza clienti, offrendo risposte immediate e coerenti alle domande più frequenti. Questo consente di ridurre i tempi di attesa, alleggerire il carico di lavoro per i team di supporto e garantire una customer experience più fluida e soddisfacente. Inoltre, Meta AI può essere utilizzata per attività di marketing conversazionale, supporto nelle vendite e personalizzazione delle interazioni, aprendo nuove opportunità per migliorare l’efficacia della comunicazione aziendale.

    Privacy e Sicurezza

    Meta ha dichiarato di aver implementato rigorose misure di sicurezza per garantire la protezione dei dati degli utenti. Oltre all’adozione di protocolli avanzati di crittografia, ogni interazione con Meta AI viene monitorata per assicurare il rispetto delle normative sulla privacy e per evitare usi impropri del sistema.

    Secondo quanto affermato dalla piattaforma, gli utenti vengono informati in modo chiaro e trasparente su come vengono trattati i dati scambiati durante le conversazioni con l’IA, con opzioni che permettono di controllare e limitare l’accesso alle informazioni personali. Meta intende rafforzare la fiducia degli utenti mettendo al centro la sicurezza digitale, uno degli aspetti più delicati e discussi nell’evoluzione dell’intelligenza artificiale.

    Il futuro della messaggistica intelligente

    L’integrazione dell’intelligenza artificiale su WhatsApp è solo il primo passo. Meta ha già annunciato l’intenzione di estendere le capacità di Meta AI anche su Messenger, Instagram e nelle sue piattaforme VR, consolidando così una presenza AI trasversale in tutto il suo ecosistema.

    Inoltre, grazie alla continua evoluzione dei modelli LLaMA, Meta punta a rendere l’AI sempre più personalizzata, veloce e utile nel quotidiano.

    Conclusione

    L’arrivo dell’intelligenza artificiale su WhatsApp è un segnale chiaro del futuro della comunicazione: più intelligente, assistita e integrata. Noi di Orma seguiamo con estrema attenzione le innovazioni in campo IA e LLM, consapevoli dell’impatto che esse hanno nel mondo del lavoro, del marketing della comunicazione e del customer care.

    Noi di Orma supportiamo aziende e professionisti nell’esplorare e integrare le potenzialità dell’intelligenza artificiale all’interno delle loro strategie digitali.

    Offriamo consulenze su misura, formazione specializzata e soluzioni creative per valorizzare ogni canale di comunicazione, dalla messaggistica istantanea ai social media. Che si tratti di customer care automatizzato, content marketing o miglioramento dell’esperienza utente, il nostro obiettivo è aiutarti a cogliere tutte le opportunità che l’AI oggi rende possibili.

  • Primavera 2025: Netflix e Gaming: La Grande Scommessa è Sbocciata o Appassita?

    Primavera 2025: Netflix e Gaming: La Grande Scommessa è Sbocciata o Appassita?

    La primavera del 2025 è arrivata, portando con sé il tema della rinascita e il momento ideale per tirare le somme di un anno ricco di sfide. Una delle più ambiziose è stata sicuramente quella di Netflix: trasformare il proprio business, ampliando il mondo dello streaming verso quello del gaming. Ma come è andata davvero la grande scommessa del gigante dello streaming?

    Netflix e il gaming: perché è importante?

    Netflix ha visto nel gaming una straordinaria opportunità di crescita, puntando sull’interattività per conquistare nuovi utenti e trattenere quelli già fedeli. Con oltre 250 milioni di abbonati globali, l’azienda californiana ha cercato di espandersi oltre film e serie TV, lanciando giochi inclusi nell’abbonamento, senza pubblicità né costi aggiuntivi.

    Ma la domanda cruciale rimane: gli utenti hanno davvero risposto con entusiasmo a questa innovazione?

    Un anno di gaming: successo o flop?

    Dopo un iniziale entusiasmo e investimenti in studi di sviluppo e acquisizioni promettenti, la strategia di Netflix ha incontrato alcuni ostacoli. Secondo recenti analisi, tra cui quella di Fast Company, nonostante l’offerta ampia e diversificata, la risposta degli utenti è stata tiepida, con meno dell’1% degli abbonati che hanno regolarmente utilizzato i giochi disponibili sulla piattaforma.

    Le ragioni di questa scarsa adozione?

    • Visibilità limitata: Molti utenti Netflix sembrano essere ancora inconsapevoli dell’esistenza dei giochi, nascosti nelle sezioni meno visitate della piattaforma.
    • Concorrenza agguerrita: Il mercato del gaming mobile è altamente competitivo, dominato da colossi come Apple Arcade e Xbox Cloud Gaming, che offrono esperienze di gioco consolidate e amate dagli utenti.
    • Problemi di identità: Netflix ha faticato a creare un’identità gaming forte e riconoscibile, risultando spesso generica nella propria offerta.

    Cosa può imparare Netflix (e noi) da questo esperimento?

    Ogni scommessa, anche se non pienamente riuscita, può insegnare qualcosa di prezioso. Netflix ha dimostrato che per espandersi con successo in nuovi mercati serve:

    • Una chiara e solida strategia di comunicazione
    • La creazione di esperienze utente memorabili e uniche
    • La comprensione profonda del proprio pubblico e delle sue esigenze reali

    Netflix ha ancora tempo e risorse per correggere il tiro e far sbocciare realmente il proprio ramo gaming, ma serve una strategia più focalizzata, visibile e coinvolgente.

    Primavera Digitale: rinnova anche il tuo business con Orma

    Proprio come Netflix, anche la tua azienda potrebbe beneficiare di una riflessione strategica e di un nuovo slancio digitale. Noi di Orma Strategie Digitali offriamo consulenza e soluzioni innovative, dalla comunicazione alla tecnologia, per aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi e fiorire online.

    Vuoi che il tuo brand si distingua nel digitale? Scrivici per una consulenza gratuita e scopri come possiamo aiutarti a vincere le tue sfide digitali!

  • McFIT rivoluziona il fitness digitale con la prima AI Ambassador in Italia

    McFIT rivoluziona il fitness digitale con la prima AI Ambassador in Italia

    Nel panorama sempre più competitivo del fitness, l’innovazione digitale è diventata un fattore chiave per il successo dei brand. McFIT, uno dei giganti del settore, ha deciso di spingersi oltre i confini tradizionali introducendo la sua prima brand ambassador virtuale: Zoe De Biasi, un’intelligenza artificiale pensata per coinvolgere, ispirare e connettersi con la community degli amanti del fitness in modo totalmente nuovo.

    Chi è Zoe De Biasi?

    Zoe De Biasi non è una semplice influencer, ma un personaggio virtuale progettato per incarnare i valori del brand e interagire con gli utenti in modo autentico e coinvolgente. Secondo la narrativa creata attorno a lei, Zoe è una giovane di 24 anni, studentessa di Scienze Motorie originaria di Torino, ma spesso presente a Milano per motivi di studio. Il suo stile dinamico e il suo atteggiamento energico la rendono il volto perfetto per rappresentare un concetto di fitness moderno, accessibile e tecnologicamente avanzato.

    McFIT l’ha presentata ufficialmente sui suoi canali social come la nuova ambassador, scatenando immediatamente un grande dibattito online.

    Il ruolo di Zoe nella strategia di marketing di McFIT

    L’introduzione di una brand ambassador AI da parte di McFit non è solo una scelta estetica, ma un vero e proprio cambio di paradigma nella comunicazione digitale dei grandi brand e non solo. Zoe De Biasi, infatti, si inserisce in una strategia omnicanale in cui intelligenza artificiale, social media e community management si fondono per creare una customer experience più interattiva.

    Le capacità di interazione implementate in questa AI, infatti, le permettono di rapportarsi con gli utenti sotto diversi punti di vista:

    • Motiva gli utenti con contenuti personalizzati su Instagram e altre piattaforme social;
    • Condivide consigli su allenamenti, mindset e benessere, basati sulle esigenze della community;
    • Sostiene il concetto di fitness inclusivo e accessibile, promuovendo uno stile di vita attivo per tutti;
    • Interagisce direttamente con gli utenti attraverso formati innovativi come Q&A, video interattivi e chatbot integrati.

    In questo senso, Zoe non è un semplice avatar, ma un assistente digitale in grado di offrire valore concreto agli iscritti McFIT, grazie a una comunicazione basata sull’engagement e sulla personalizzazione.

    Reazioni controverse, tra entusiasmo e scetticismo

    L’annuncio di Zoe De Biasi da parte di McFit, avvenuto lo scorso 11 marzo, tramite un post collab su instagram, ha diviso il pubblico. Da un lato, molti utenti hanno accolto con entusiasmo la novità, vedendola come un segnale del futuro del digital marketing e un’innovazione nel mondo del fitness. Alcuni hanno sottolineato l’originalità dell’idea e il potenziale di una brand ambassador che può interagire senza limiti di tempo, offrendo sempre contenuti aggiornati e mirati: citiamo proprio un commento di un utente che scrive Come sempre AVANTI ANNI LUCE.

    Dall’altro, però, non sono mancate le critiche. Molti utenti hanno espresso perplessità sulla scelta di McFIT di affidarsi a un’intelligenza artificiale invece che a un ambassador umano reale. Alcuni lamentano la perdita dell’autenticità e del valore dell’esperienza umana nel fitness, sostenendo che l’interazione con un’AI non potrà mai sostituire quella con un vero personal trainer o un vero atleta.

    Uno dei punti più critici sollevati dagli utenti riguarda l’autenticità del messaggio che un brand come McFIT dovrebbe trasmettere. Un fitness club promuove uno stile di vita sano, basato su alimentazione equilibrata, allenamento costante e miglioramento fisico reale. Come può un’intelligenza artificiale rappresentare credibilmente questi valori se, in realtà, non mangia, non si allena e non ha un corpo soggetto agli stessi sforzi e cambiamenti di una persona reale? Questo interrogativo ha generato perplessità e un senso di distacco da parte di alcuni utenti, che vedono in Zoe De Biasi una figura priva di esperienze autentiche. Se il fitness è fatto di fatica, crescita e trasformazione, può davvero un’AI – che non sperimenta nulla di tutto questo – ispirare e motivare chi cerca un cambiamento nel proprio corpo e nella propria vita? Per molti, la risposta è negativa, alimentando il dibattito su quanto i brand possano spingersi nell’uso della tecnologia senza perdere la connessione con la realtà e con le persone.

    McFIT, dal canto suo, ha risposto alle critiche affermando che Zoe non è un sostituto, ma un complemento all’esperienza fitness, con l’obiettivo di ampliare la comunicazione del brand e rendere più dinamica l’interazione con la community.

    Perché un’AI Ambassador?

    Il fitness digitale è in continua evoluzione, e il successo di brand come McFIT dipende sempre più dalla loro capacità di adottare tecnologie emergenti per migliorare la customer experience. Le AI Ambassador rappresentano il futuro del marketing conversazionale, creando un ponte tra il marchio e il pubblico attraverso un dialogo costante e immersivo.

    Le intelligenze artificiali generative stanno trasformando il modo in cui i brand interagiscono con i loro clienti: basti pensare a come il mondo del fashion e del beauty abbia già adottato virtual influencer per creare esperienze di shopping personalizzate. Con Zoe, McFIT si posiziona come pioniere nel settore fitness, integrando AI e contenuti digitali per rafforzare il brand e migliorare il coinvolgimento degli utenti.

    L’impatto sul futuro del Digital Branding

    L’introduzione di Zoe De Biasi segna l’inizio di una nuova era per il fitness digitale. Questa mossa non solo ridefinisce le strategie di content marketing e brand identity, ma apre la strada a nuove modalità di interazione tra brand, community e intelligenza artificiale.

    McFIT dimostra che la tecnologia non è solo un supporto, ma un vero e proprio driver strategico per creare esperienze di fitness più coinvolgenti, accessibili e su misura per gli utenti. E con un personaggio come Zoe, il marchio riesce a umanizzare il digitale, trasformando un’intelligenza artificiale in un’icona con cui gli utenti possono relazionarsi.

    Sarà interessante vedere come evolverà questa strategia e se altre aziende nel settore fitness seguiranno l’esempio di McFIT. Una cosa è certa: il futuro del digital branding passa sempre di più attraverso l’AI, la personalizzazione e l’interazione diretta con il pubblico.

    Cosa ne pensiamo noi di Orma?

    Da Orma, osserviamo con interesse l’evoluzione dei virtual influencer come Zoe De Biasi. Non si tratta di un’idea del tutto nuova: figure digitali create ad hoc esistono già da tempo nel mondo del marketing e dell’intrattenimento. L’AI, in questo caso, è solo la tecnica con cui viene realizzata, ma la vera sfida non è la tecnologia in sé, bensì il modo in cui verrà percepita dal pubblico.

    Sarà interessante vedere se i follower riusciranno a stabilire un legame autentico con una figura interamente virtuale. Con una soglia di attenzione sempre più bassa, potremmo trovarci in un’era in cui l’intelligenza artificiale diventa parte integrante della comunicazione senza che l’utente percepisca la differenza. Se il pubblico accetta la sua presenza e ne riconosce il valore, allora l’uso di ambassador digitali potrebbe diventare un’opportunità concreta per i brand.

    E noi di Orma? Siamo pronti a offrire questo servizio ai nostri clienti già da subito. Se vuoi esplorare il potenziale dei virtual influencer per la tua strategia di marketing, contattaci e scopri come possiamo portare il tuo brand nel futuro!

  • Il Model Context Protocol (MCP): La Rivoluzione degli Agenti AI

    Il Model Context Protocol (MCP): La Rivoluzione degli Agenti AI

    Introduzione

    L’intelligenza artificiale sta attraversando una fase di evoluzione senza precedenti, e il Model Context Protocol (MCP) rappresenta una delle innovazioni più promettenti. Questo nuovo standard aperto, lanciato da Anthropic, mira a semplificare l’integrazione degli agenti AI con fonti di dati e strumenti esterni, trasformando il modo in cui le aziende utilizzano l’AI per migliorare l’efficienza operativa e l’automazione.

    Cos’è il Model Context Protocol (MCP)?

    Il MCP è un protocollo standardizzato che consente agli assistenti AI di interagire con repository di dati, applicazioni aziendali e ambienti di sviluppo in modo fluido e sicuro. Prima della sua introduzione, ogni integrazione AI richiedeva soluzioni personalizzate, aumentando la complessità e i costi. MCP elimina queste barriere, fornendo un’unica interfaccia universale per collegare i modelli di AI alle risorse aziendali.

    Un’architettura innovativa

    MCP si basa su un’architettura client-server, composta da:

    • MCP Hosts: agenti AI o applicazioni che necessitano di accesso a strumenti e dati.
    • MCP Clients: intermediari che facilitano la comunicazione tra host e server.
    • MCP Server: programmi che espongono funzionalità e dati agli agenti AI.

    Grazie a questa struttura, MCP garantisce un’interazione standardizzata tra modelli AI e fonti di dati esterne, migliorando la scalabilità e la sicurezza delle integrazioni.

    Come Funziona MCP?

    MCP utilizza JSON-RPC per la comunicazione tra client e server, permettendo agli agenti AI di accedere a dati e strumenti con maggiore efficienza. Il protocollo definisce cinque primitivi fondamentali:

    Primitivi del Server

    1. Prompts: istruzioni che guidano il comportamento del modello AI.
    2. Resources: dati strutturati inclusi nel contesto dell’LLM.
    3. Tools: funzioni eseguibili per ottenere informazioni o eseguire azioni.

    Primitivi del Client

    1. Roots: punti di accesso ai file lato client.
    2. Sampling: richieste di generazione o completamento di contenuti da parte dell’LLM.

    Questa struttura garantisce un’interazione fluida e sicura tra AI e dati aziendali.

    Perché MCP è Rivoluzionario?

    L’introduzione di MCP porta con sé numerosi vantaggi per le aziende che vogliono sfruttare l’intelligenza artificiale in modo più efficace:

    • Integrazione Standardizzata: elimina la necessità di connessioni personalizzate, riducendo tempi e costi di sviluppo.
    • Maggiore Sicurezza: offre un controllo granulare sull’accesso ai dati e alle funzioni aziendali.
    • Flessibilità: consente l’uso di diversi modelli AI senza dipendere da un fornitore specifico.
    • Scoperta Automatica degli Strumenti: gli agenti AI possono identificare autonomamente gli strumenti disponibili per ottimizzare il loro lavoro.

    MCP e il Futuro degli Agenti AI

    MCP sta già trasformando il modo in cui le aziende utilizzano gli agenti AI. Ad esempio, Anthropic ha sviluppato un repository open-source per collegare MCP a strumenti come Google Drive, Slack e GitHub. Anche aziende come Block e Apollo hanno iniziato a implementare MCP per ottimizzare le loro operazioni AI-driven.

    Con l’adozione crescente degli agenti AI nei settori più disparati, dall’automazione dei processi aziendali alla gestione delle relazioni con i clienti, MCP si posiziona come un’infrastruttura essenziale per il futuro dell’intelligenza artificiale.

    Conclusione

    Il Model Context Protocol è destinato a diventare un elemento fondamentale nel panorama dell’AI, semplificando l’integrazione e potenziando le capacità degli agenti AI. Grazie alla sua flessibilità, sicurezza e scalabilità, MCP offre alle aziende uno strumento potente per migliorare l’efficienza e l’automazione.

    Sei pronto a integrare l’AI nel tuo business?

    Noi di Orma Strategie Digitali siamo esperti nell’implementazione di soluzioni AI innovative. Contattaci per scoprire come MCP può rivoluzionare la tua azienda e migliorare la tua strategia digitale!

  • Pordenone Capitale Italiana della Cultura 2027: Innovazione Digitale per un Turismo Intelligente con Orma

    Pordenone Capitale Italiana della Cultura 2027: Innovazione Digitale per un Turismo Intelligente con Orma

    Il 2027 sarà un anno straordinario per Pordenone: la cittadina friulana è stata ufficialmente designata Capitale Italiana della Cultura, grazie al progetto “Pordenone 2027. Città che sorprende”. Questo prestigioso riconoscimento non solo celebra l’identità culturale della città, ma offre anche una grande opportunità per innovare il settore turistico attraverso il digitale. In Orma Strategie Digitali, crediamo fermamente che tecnologia e cultura possano andare di pari passo per creare esperienze uniche e coinvolgenti. Ecco come possiamo contribuire a questa trasformazione.

    Il Valore della Cultura Digitale per Pordenone 2027

    Essere Capitale Italiana della Cultura significa accogliere visitatori da tutta Italia e oltre, offrendo loro un’esperienza ricca e immersiva. Pordenone vanta già eccellenze come il festival letterario Pordenonelegge, Le Giornate del Cinema Muto e il Palazzo del Fumetto, ma con le giuste soluzioni digitali, il valore culturale della città potrebbe raggiungere un pubblico ancora più vasto e diversificato.

    L’integrazione di strumenti innovativi nel turismo e nella valorizzazione del patrimonio culturale non è più un’opzione, ma una necessità. La tecnologia può aiutare a migliorare la fruizione dei contenuti, rendere più accessibili le informazioni e creare un’esperienza interattiva che coinvolga i visitatori in modi nuovi ed emozionanti.

    Orma e il Futuro del Turismo Culturale a Pordenone

    Orma Strategie Digitali è pronta a portare il proprio know-how tecnologico a supporto di Pordenone 2027 attraverso soluzioni innovative che trasformano la fruizione della cultura e del turismo. Ecco alcune idee:

    1. Piattaforme Digitali per la Gestione dell’Offerta Culturale

    Creare un portale web e un’app mobile dedicata a Pordenone 2027 che centralizzi informazioni su eventi, mostre, itinerari, musei e attrazioni locali. Funzionalità avanzate come mappe interattive, prenotazioni online, notifiche personalizzate e suggerimenti basati sugli interessi dell’utente renderebbero la scoperta della città più agevole e coinvolgente.

    2. Realtà Aumentata e Virtuale per un’Esperienza Immersiva

    Immaginate di poter camminare per il centro storico di Pordenone e, inquadrando un edificio con lo smartphone, vederlo ricostruito com’era nel passato. Oppure di esplorare ambienti inaccessibili grazie alla realtà virtuale. Questi strumenti innovativi permettono di riscoprire il patrimonio culturale con una nuova prospettiva e di creare percorsi tematici interattivi.

    3. Analisi dei Dati per uno Smart Tourism

    Utilizzare sistemi di data analytics per raccogliere informazioni sui flussi turistici, le preferenze dei visitatori e l’interazione con le attrazioni culturali. Questi dati possono essere utilizzati per ottimizzare l’offerta turistica, migliorare l’esperienza degli utenti e supportare le strategie di promozione del territorio.

    4. Storytelling Digitale e Promozione Interattiva

    Creazione di contenuti digitali dinamici come video, podcast e narrazioni interattive per raccontare la storia di Pordenone in modo coinvolgente. Una campagna di comunicazione basata su storytelling emozionale può amplificare la visibilità della città sui social media e attirare nuovi visitatori.

    Un Concept Innovativo: “Pordenone Immersiva”

    Per rendere ancora più concreta questa visione, immaginiamo una soluzione digitale chiamata “Pordenone Immersiva”. Si tratta di un’app mobile che sfrutta la realtà aumentata per trasformare la visita alla città in un’esperienza interattiva e gamificata.

    • Percorsi tematici interattivi: Itinerari digitali che guidano i visitatori alla scoperta di Pordenone, arricchiti da contenuti multimediali come immagini storiche, video e racconti audio.
    • Punti di interesse aumentati: Inquadrando un edificio, si possono visualizzare ricostruzioni 3D, animazioni storiche o persino opere d’arte virtuali.
    • Gamification: Sfide, quiz e badge virtuali incentivano i turisti a esplorare la città in maniera più attiva e coinvolgente.
    • Integrazione con l’offerta culturale: Accesso diretto a biglietti per eventi e musei, informazioni in tempo reale su orari e mostre disponibili.

    Verso un Futuro Digitale per la Cultura

    L’assegnazione del titolo di Capitale Italiana della Cultura è un’opportunità straordinaria per Pordenone, ma il successo dell’evento dipenderà anche dalla capacità della città di innovarsi. Orma Strategie Digitali è pronta a collaborare con istituzioni, enti culturali e operatori turistici per sviluppare soluzioni all’avanguardia che rendano Pordenone 2027 un’esperienza indimenticabile.

    Se vuoi scoprire come la tecnologia può rivoluzionare il turismo e la cultura della tua città, contattaci! Insieme, possiamo costruire il futuro digitale della cultura.

  • Le nuove funzionalità di iOS 18: azioni vocali avanzate con Siri

    Le nuove funzionalità di iOS 18: azioni vocali avanzate con Siri

    Apple sta per rivoluzionare il mondo dell’intelligenza artificiale con l’uscita di iOS 18, che promette di portare innovazioni significative grazie a Siri potenziato e altre funzionalità AI. Ecco cosa aspettarsi dal prossimo aggiornamento.

    Siri: un’Intelligenza Artificiale di nuova generazione

    Con iOS 18, Siri sarà trasformato in un assistente vocale molto più avanzato grazie all’integrazione di un modello di linguaggio generativo simile a ChatGPT. Questa innovazione consentirà a Siri di gestire conversazioni continue, rispondendo alle domande basandosi sui contesti precedenti e fornendo risposte più precise e pertinenti. Questo miglioramento potrebbe finalmente rendere Siri un assistente vocale veramente utile per gli utenti di iPhone e iPad​ (Fast Company)​​ (Fast Company)​.

    Funzionalità AI nelle App di sistema

    Oltre a Siri, Apple sta lavorando per integrare l’AI direttamente nelle app esistenti. Ad esempio, Apple Music potrebbe utilizzare l’AI per creare playlist automatizzate basate sui gusti musicali dell’utente, mentre Keynote potrebbe beneficiare di strumenti AI per generare presentazioni in modo automatico. Anche Spotlight, lo strumento di ricerca dell’iPhone, potrebbe ricevere un’infusione di AI per migliorare la precisione e la completezza dei risultati di ricerca​ (Fast Company)​.

    Innovazioni in mappe, foto e accessibilità

    Apple Maps potrebbe utilizzare l’AI per migliorare i dati sui punti di interesse, creando sintesi delle recensioni pubbliche e altre informazioni disponibili, rendendo così l’esperienza di navigazione più ricca e dettagliata. L’app Foto potrebbe introdurre strumenti di editing AI, come la rimozione di oggetti indesiderati o l’espansione dei bordi delle immagini. Anche iMovie potrebbe beneficiare di funzionalità di editing automatico basate sull’AI​ (Fast Company)​.

    Per quanto riguarda l’accessibilità, l’AI potrebbe migliorare la funzione di lettura del testo a voce, rendendo la voce più naturale e personalizzata, potenzialmente utilizzando la voce dell’utente stesso​ (Fast Company)​​ (Fast Company)​.

    Privacy e esecuzione locale

    Una delle innovazioni più importanti riguarda l’esecuzione locale degli strumenti AI. Apple ha sviluppato metodi per far funzionare i modelli di linguaggio di grandi dimensioni direttamente sui dispositivi, senza dover inviare i dati a server remoti. Questo approccio non solo migliora la velocità delle risposte, ma garantisce anche una maggiore privacy, poiché i dati dell’utente non lasciano mai il dispositivo​ (Fast Company)​​ (Fast Company)​.

    Collaborazioni e competizioni

    Apple sta esplorando possibili collaborazioni con OpenAI e Google per utilizzare le loro tecnologie chatbot, come ChatGPT e Gemini. Queste collaborazioni potrebbero accelerare l’introduzione di funzionalità AI avanzate su iOS, mentre Apple continua a sviluppare le proprie soluzioni interne​ (Fast Company)​.

    In sintesi, iOS 18 promette di portare significativi miglioramenti attraverso l’integrazione di tecnologie AI avanzate, migliorando l’esperienza utente in termini di funzionalità vocali, privacy e usabilità delle app di sistema. Attendiamo con impazienza l’annuncio ufficiale delle novità durante la Worldwide Developers Conference del 2024.

  • L’IA sostituità davvero tutti i programmatori? Una visione di futuro

    L’IA sostituità davvero tutti i programmatori? Una visione di futuro

    L’avanzata dell’Intelligenza Artificiale nel campo della programmazione software ha sollevato una questione cruciale: l’IA prenderà il sopravvento su tutto il coding, rendendo obsoleta la figura del programmatore umano?

    Durante l’ultimo Abundance Summit, Emad Mostaque, CEO di Stability AI, ha lanciato una previsione audace, affermando che entro cinque anni la programmazione umana potrebbe diventare un ricordo del passato.

    È davvero questo il futuro che ci aspetta? O abbiamo motivo di guardare a uno scenario più ottimistico e inclusivo, dove l’IA non elimina, ma amplifica le nostre capacità di programmazione?

    Una realtà in rapida evoluzione

    L’Intelligenza Artificiale ha già dimostrato di poter superare gli umani in alcune aree della programmazione:

    1. ChatGPT di OpenAI ha superato l’esame per sviluppatori software di Google all’inizio del 2023
    2. GitHub ha rivelato che il 46% del codice, in vari linguaggi di programmazione, è stato generato utilizzando Copilot, il suo strumento basato sull’IA
    3. AlphaCode di DeepMind ha superato il 45% dei programmatori umani esperti in una competizione di programmazione

    Questi sviluppi sollevano una domanda estremamente fondamentale: l’IA eliminerà completamente la necessità di programmatori umani?

    Un futuro di abbondanza e opportunità

    Nonostante tutto, preferiamo dipingere un quadro più speranzoso per il futuro della programmazione, uno che muta la prospettiva da una visione di scarsità a una di abbondanza.

    L’avvento delle tecnologie generative IA, infatti, sta democratizzando la programmazione, consentendo a chiunque, da medici ad avvocati a bambini, di diventare programmatori semplicemente esprimendo i propri desideri in linguaggio naturale.

    Perché imparare a programmare resta essenziale

    Nonostante queste innovazioni, però, la capacità di programmare rimane una competenza preziosa. Steve Brown, Chief AI Officer, sostiene che la programmazione va oltre la conoscenza di specifici linguaggi: si tratta di sviluppare un pensiero computazionale, di scomporre problemi complessi e di elaborare soluzioni logiche.

    L’avanzata dei “programmatori ibridi”

    L’IA sta potenziando i programmatori, amplificando le loro abilità e rendendoli più produttivi.

    Gli strumenti IA come Replit e Copilot stanno rivoluzionando i flussi di lavoro, permettendo ai programmatori di automatizzare compiti ripetitivi e di apprendere più velocemente.

    Verso un mondo più inclusivo e creativo

    In conclusione, l’IA non sta sostituendo i programmatori, ma sta aprendo la strada a un futuro in cui la programmazione è accessibile a tutti.

    Questa democratizzazione della tecnologia amplifica le capacità creative dell’umanità, permettendoci di affrontare sfide globali con nuove soluzioni innovative.

    In questo scenario, imparare a programmare non solo rimane rilevante, ma diventa una chiave per sbloccare il vero potenziale collaborativo tra umani e macchine, trasformando ogni individuo in un potenziale innovatore.

  • Prompt Engineering: la nuova frontiera dell’interazione con l’IA

    Nel panorama in continua evoluzione dell’intelligenza artificiale (IA), una nuova disciplina sta emergendo come fondamentale per l’ottimizzazione delle interazioni tra esseri umani e macchine: il Prompt Engineering. Questo campo innovativo si concentra sulla creazione e la perfezione dei prompt, ovvero delle istruzioni fornite agli algoritmi di IA per generare specifici contenuti o eseguire particolari attività.

    Cos’è il Prompt Engineering?

    Il Prompt Engineering è l’arte e la scienza di sviluppare e ottimizzare i prompt per ottenere risposte precise e pertinenti da parte di modelli di IA generativa, come GPT-4. Un prompt ben strutturato permette all’IA di comprendere esattamente ciò che si desidera ottenere, migliorando la qualità e la rilevanza delle risposte generate.

    Elementi costitutivi di un Prompt

    Un prompt efficace è composto da quattro elementi principali:

    1. Istruzione: La richiesta principale o la domanda rivolta all’IA.
    2. Contesto: Informazioni aggiuntive che aiutano l’IA a comprendere meglio la richiesta.
    3. Dati in input: Gli elementi specifici che devono essere considerati nella risposta.
    4. Indicatore dell’output: Il formato o il tipo di risposta atteso.

    Come creare un Prompt perfetto

    Creare un prompt efficace richiede pratica e attenzione ai dettagli:

    1. Inizio semplice: Iniziate con comandi chiari e specifici per evitare ambiguità.
    2. Evitare imprecisioni: Formulate richieste precise per ottenere risposte accurate.
    3. Utilizzare il contesto: Fornite contesto sufficiente affinché l’IA possa comprendere appieno la richiesta.
    4. Chiarire l’output atteso: Indicate chiaramente il formato della risposta desiderata.

    Esempi di utilizzo dei Prompt

    I prompt possono essere utilizzati in vari contesti, tra cui:

    • Riassunto del testo: Chiedere all’IA di sintetizzare un documento lungo in poche righe.
    • Estrazione di informazioni: Richiedere informazioni specifiche da un testo.
    • Risposta alle domande: Ottenere risposte a domande specifiche.
    • Classificazione del testo: Categorizzare testi in base a determinati criteri.
    • Conversazione: Simulare interazioni conversazionali naturali.
    • Generazione di codice: Creare frammenti di codice su richiesta.
    • Ragionamento: Risolvere problemi complessi o compiere deduzioni logiche.

    L’importanza dei Modelli di Linguaggio (LLM)

    I Large Language Models (LLM) come GPT-4, SORA, GEMINI e altri, giocano un ruolo cruciale nel Prompt Engineering. Questi modelli sono addestrati su vasti dataset e sono capaci di comprendere e generare testo naturale con elevata precisione. Ogni modello ha capacità uniche, che vanno dalla generazione di contenuti alla risoluzione di problemi complessi.

    Capacità dei Modelli di Linguaggio

    Tra le capacità più rilevanti dei LLM troviamo:

    • Generazione di dati: Creare nuovi dati in base a pattern appresi.
    • Generazione di codice: Scrivere codice in vari linguaggi di programmazione.
    • Prompt function: Eseguire funzioni specifiche richieste dall’utente.

    Il Prompt Engineering rappresenta una nuova e potente metodologia per interagire con l’intelligenza artificiale. Saper creare prompt efficaci è essenziale per sfruttare appieno il potenziale dei modelli di linguaggio avanzati, migliorando la qualità delle risposte e ottimizzando i processi di creazione dei contenuti. Con una comprensione approfondita del Prompt Engineering, possiamo trasformare il modo in cui lavoriamo con l’IA, rendendo le interazioni più efficienti e produttive.

  • Innovazione e Intelligenza Artificiale: il lancio del Rabbit R1

    Innovazione e Intelligenza Artificiale: il lancio del Rabbit R1

    Qui a Orma siamo entusiasti del Rabbit R1, un prodotto che sta per rivoluzionare il nostro approccio alla tecnologia e all’Intelligenza Artificiale. Emergendo dalle sue caratteristiche e potenzialità, il Rabbit R1 si profila come un elemento di spicco nel settore, potenzialmente il primo dispositivo a guidare l’adozione di massa dell’IA in veste di assistente personale.

    Prima di addentrarci nell’analisi dell’R1, esaminiamo il mercato di riferimento. L’intelligenza artificiale e l’uso degli LLM stanno velocemente trasformando ogni settore, diventando tecnologie essenziali che richiedono uno strumento dedicato. Rabbit si pone in questo contesto con l’obiettivo di dare un corpo all’IA, un prodotto tangibile che avvicini gli utenti all’intelligenza artificiale. Attualmente, Humane con il suo AI Pin e Rabbit con l’R1 si distinguono in questo ambito, offrendo visioni diverse: Humane punta su un dispositivo di fascia alta, wearable e con proiettore, a fronte di un abbonamento mensile; Rabbit, invece, propone un dispositivo più familiare a uno smartphone, a un prezzo accessibile ($199) e senza abbonamento. Entrambi i prodotti non mirano a migliorare l’esperienza dello smartphone, ma esplorano nuove possibilità di interazione, rispondendo ai cambiamenti sociali e alle evoluzioni nelle aspettative degli utenti dal lancio dell’iPhone nel 2007. Rabbit, quindi, non si limita a replicare funzionalità che potrebbero essere integrate in un’applicazione per smartphone, ma aspira a creare un’esperienza utente completamente nuova e distintiva.

    Questi dispositivi emergono in risposta alla limitata efficacia degli assistenti virtuali tradizionali come Alexa, Siri e Google Home, che tendono a funzionare più come sistemi di automazione che come veri e propri assistenti. Passando all’analisi del Rabbit R1, questo si distingue per la sua avanzata capacità di fornire soluzioni personalizzate per le esigenze quotidiane, sfruttando il suo sofisticato sistema IA, il Large Action Model (LAM). Questo modello non solo interpreta gli input degli utenti ma interagisce anche con le interfacce di siti web, piattaforme e applicazioni. Il R1 supera il concetto di gadget, ambendo a diventare un assistente personale che migliora l’esperienza quotidiana attraverso una personalizzazione avanzata, grazie alla modalità di insegnamento, Teach Mode, che apprende preferenze e routine per anticipare le esigenze. Per approfondimenti, si rimanda al keynote di presentazione del prodotto sul sito ufficiale.

    Il Rabbit R1 si appresta a lanciarsi sul mercato il 31 marzo 2024, promettendo di rendere l’IA un elemento indispensabile nella vita quotidiana di un’ampia gamma di utenti. Con un prezzo di $199 e funzionalità innovative, il R1 è destinato a una vasta adozione in diversi settori.

    In conclusione, il Rabbit R1 segna un avanzamento significativo nella tecnologia IA per i consumatori, offrendo a Orma Strategie Digitali l’opportunità di esplorare nuovi orizzonti nell’innovazione digitale e aprire un nuovo capitolo nell’integrazione dell’intelligenza artificiale nella vita quotidiana, delineando un futuro affascinante per la tecnologia personale.

    P.S. Resta aperta la questione su come un modello come il LAM possa mantenere la sostenibilità economica senza ricorrere a un sistema di abbonamento una volta che venga adottato globalmente. Tuttavia, è probabile che, in caso di successo, molte grandi aziende tecnologiche, attualmente in ritardo nell’adozione dell’intelligenza artificiale, siano pronte ad assumersi le responsabilità finanziarie e operative necessarie per sostenere e espandere la sua implementazione.